Quando ci si appresta all’importante passo dell’acquisto di una casa, ci si trova di fronte a una serie di incombenze burocratiche e obblighi fiscali necessari per rendere valido il trasferimento di proprietà. In particolare, quando si tratta di transazioni immobiliari tra privati, ovvero quando l’immobile viene venduto da una persona fisica anziché da un’azienda, è necessario affrontare diverse imposte, le cui dinamiche variano a seconda che si tratti dell’acquisto di una prima o seconda casa.

Vediamo insieme come avviene il calcolo delle imposte per le compravendite immobiliari tra privati, concentrandoci sulle imposte relative all’acquisto della prima casa.

Per coloro che usufruiscono dei benefici della prima casa, il pagamento di imposte sarà differente a seconda che il venditore sia un privato o un’impresa che vende in esenzione Iva:

• Nel caso di acquisto da privato, l’imposta di registro sarà pari al 2% (anziché al 9%) del prezzo o del valore catastale, con l’avvertenza che, se l’importo risultasse inferiore a 1000 euro (valore minimo di questa imposta), essa sarà comunque fissata a 1000 euro.
• Sono previste imposte ipotecarie e catastali fisse di 50 euro.

Ulteriori agevolazioni sono previste per le imposte sui mutui, sempre legate all’acquisto della prima casa. Va inoltre sottolineato che l’acquisto della prima casa è esente dall’imposta di bollo, dai tributi speciali catastali e dalle tasse ipotecarie.

Le agevolazioni prima casa si estendono anche alle pertinenze dell’abitazione, comprese quelle acquisite mediante atto separato. Le pertinenze che beneficiano di queste agevolazioni sono quelle classificate come C2 (magazzini e locali di deposito), C6 (posti auto) e C7 (tettoie).

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